Da Dosso Alto a Malga Pigarolo


Da Dosso Alto a Malga Pigarolo sulle tracce di Bertoldo.


Lunghezza: 8,2 km
Dislivello: m.237
Quota massima: m.1557
Tempo medio di percorrenza: 3h30' circa,  escluse soste


Bellissimo itinerario che vede come punto di partenza Dosso Alto,  raggiungibile imboccando la strada bianca che si trova accanto alla chiesetta in località Parpari.
Non è solo una camminata tra prati e boschi di latifoglie, ma anche un viaggio nel tempo, quando in queste zone abitava Bertoldo, un semplice ma astuto montanaro vissuto nella seconda metà del VI secolo e accolto tra il 568 e il 571 alla corte di re Alboino a Verona  come giullare e consigliere.


Nonostante l’inghippo di percorso che ci ha portato fin qui anziché a Erbezzo come programmato, è stata proprio una giornata fortunata in tutti i sensi, anche meteorologicamente parlando dato che persino la nebbia che era stata prevista in mattinata ha cominciato a  manifestarsi solo verso l’ora di pranzo quando il nostro giro stava già volgendo al termine.

Dopo aver parcheggiato l’auto al rifugio Dosso Alto ci siamo recati sul retro verso quello che ne rimane di uno skilift e siamo scesi nella valletta sottostante. Abbiamo optato per lasciare le ciaspole in macchina poiché in molte zone infatti la neve è ormai sciolta o ve ne è rimasta una leggera spruzzatina. Così per evitare di doverci fermare spesso per metterle e/o toglierle abbiamo deciso di farne direttamente a meno, e in effetti salvo alcune vallette o in certi tratti esposti a nord si camminava agevolmente. Le ghette però meglio averle, di quelle non ne potevamo fare a meno e dopo alcuni metri dalla partenza ci siamo fermati a metterle.



Arrivati in fondo alla valletta possiamo vedere una solitaria stele di pietra rossa con una nicchia vuota che conteneva probabilmente in passato una immagine religiosa. Sul retro potete anche notare una croce scolpita.


Continuando la passeggiata verso il fondo della valle raggiungiamo il versante del Monte Spiazzoletti e  ci troviamo in questo ampio pianoro, ora innevato, denominato il “pra’ di Bertoldo”, il luogo appunto dove la leggenda narra che Bertoldo avesse qui  la sua dimora.

Prima di avviarci verso la località Spiazzoi si passa accanto ad  una stele di pietra incastrata in una roccia, che ricorda  un giovane di 25 anni che morì in quel luogo il 20 marzo 1869 perché imbattutosi e travolto da una bufera di neve, mentre si recava a Giazza.


Ci lasciamo la stele alle spalle e ci dirigiamo a nord ovest lungo la stradina che aggira il monte Spiazzoletta. Quando la salita si fa più dolce, ci troviamo di fronte ad un bellissimo scenario.  Siamo al limite boschivo del sottostante  Vajo di Squaranto con i suoi faggi  innevati,  la neve  soffice sotto i nostri piedi ci testimonia che la vita animale, con le numerose tracce presenti, è molto attiva, e infatti poco distante nascosti nel sottobosco due caprioli si danno alla macchia non appena si accorgono della nostra presenza.

Proseguiamo e dopo qualche minuto arriviamo al bel complesso architettonico degli Spiazzoi che serviva da punto di ristoro fino a oltre la metà del secolo scorso per i malghesi che risiedevano stabilmente nelle malghe nel periodo estivo.


Andiamo verso est e oltrepassiamo la strada statale che sale a San Giorgio, sono solo pochi metri di asfalto e imbocchiamo immediatamente a sinistra il famoso sentiero europeo  E5.
Non  percorriamo quello, ma teniamo a sinistra per il ripido tratto che sale a Malga Pigarolo.


Anche qui nessuno prima di noi è passato, la neve è immacolata e fortunatamente questi 30 cm abbondanti ci nascondono il cemento che in realtà starebbe sotto i nostri piedi.
Mentre con un po’ di fatica risaliamo questo versante, avvistiamo un'altra coppia di caprioli che si dileguano come saette verso un balzo roccioso senza il minimo sforzo.


Arriviamo alla bella Malga Pigarolo, dove si gode proprio di un’ottima visuale e decidiamo di sostare per il pranzo al sacco.


Nel frattempo per guadagnare tempo preparo pure la moka del caffè, ormai  immancabile nelle mie uscite.  Stavolta però essendomi stancato del peso e dell’ingombro del fornello con la bomboletta di butano  mi sono portato il fornellino ad alcool autocostruito in fretta e furia, decisamente più ridotto in termini di peso e dimensioni,e del quale anche Frank era curioso di testarne il suo funzionamento.

Bevuto il caffè ripartiamo !!

Percorriamo la strada verso nord-ovest per qualche minuto fino ad immettersi nuovamente nel sentiero 250 che collega i Parpari a San Giorgio. Dato che il tempo stringe affrettiamo anche il passo e così  in pochi minuti ci ritroviamo già in zona Parparo proprio in prossimità del centro del fondo.

Qui per guadagnare ancora tempo e accorciare il tragitto imbocchiamo subito la sottostante stradella e stando attendi a non percorrere quei pochi tratti delle piste da fondo ancora utilizzati,  passiamo oltre la zona dello stadio del fondo e risaliamo il versante del monte Frosca verso Malga Campo Rotondo di Roverè.

L’ultimo tratto di salita, vuoi un po’ per la stanchezza nelle gambe e anche la neve meno compatta  si è dimostrato più faticoso del previsto, ma appena raggiungiamo la malga e si ritorna in piano,  il fiato corto sparisce e in pochi minuti arriviamo di nuovo a Dosso Alto dove avevamo lasciato l’auto.


Traccia in formato gpx kml

Il percorso

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