Denti della Sega e Busoni

Sega di Ala – Villaggio San Michele - Busoni - Malga delle Cime - Denti della Sega - Malga Pealda - Malga Fratte - Sega di Ala.


Distanza con altitudini: 11,7 Km 
Dislivello massimo: m.693 
Quota massima: m. 1479 
Ascesa accumulata: --- m 
Tempo medio di percorrenza: 4 h 15" circa escluse soste

Un itinerario non certo alla portata di tutti, non tanto per la visita ai famosi "Busoni" che avviene sulla comoda vecchia strada militare, e quindi adatta a chiunque, ma per l'impegnativo percorso che si affronta poi attraversando i Denti della Sega. 

Il sentiero dei Denti della Sega è molto tecnico con sali e scendi che richiedono sempre passo attento e sicuro, giacché segue la cresta e in certi momenti passa rasente ai strapiombi che si affacciano sulla Val d'Adige divenendo quindi esposto. 
 
I Denti della Sega, sullo sfondo il M.Baldo

Sembra di avere poco a che fare con il paesaggio generalmente dolce della Lessinia, per lo meno di quella centrale e orientale,  battuto da miriadi di sterrati e facili sentieri che si prestano a numerose passeggiate tipiche dell'altopiano.


Ottimo invece per chi ha passo sicuro, gamba allenata, e non avverte senso del vuoto. E' assolutamente da evitare nel periodo invernale con la neve, ma anche dopo abbondanti piogge o comunque se il fondo risulta bagnato e scivoloso. 
Farlo in quelle condizioni significherebbe andare in cerca di grane.
visuale sui Denti

Una delle difficoltà maggiori è l'orientamento. Identificare il sentiero in certi tratti è difficile dato che i vecchi bolli di vernice rossa sui tronchi degli alberi o sui sassi, sono ormai consunti dal tempo, sbiaditi e quasi illeggibili e occorre a volte prestare veramente attenzione per identificarli. 


segnaletica sul sentiero

Chi è armato di gps non avrà di questi problemi avendo ora la traccia a disposizione, in caso affidatevi anche ai waypoint che ho marcato nei punti in cui scorgere la segnaletica del sentiero era più problematico. Per chi invece ne è sprovvisto, dovrà tenere l'occhio sempre attento, dopo un po' ci si abitua a intuire comunque quale sia la traccia giusta da seguire trovandone poi conferma quando si riese a scorgere i segnali posti sui massi e tronchi.

Ricordatevi sempre che anche se non sembra, si percorre l’orlo della parete dei Denti, e in alcuni casi mentre si scende tra un dente e l'altro il sentiero corre proprio a bordo cresta, quindi ai meno esperti e preparati a questo tipo di percorsi vi raccomando di rimanere il più possibile sulla sinistra.
Insomma state sempre attenti a dove mettete i piedi

uno dei Denti appena percorso

Io e Frank arriviamo al Passo delle Fittanze in perfetto orario, per raggiungere Marco e Stefano che han deciso di passare la nottata prima in tenda alla vicina Casera delle Fittanze ormai ridotta a un rudere ma pur sempre bella e caratteristica per i suoi archi ogivali.

Non si vedono ancora, le loro torce in lontananza ci appaiono come piccole lucciole ma ricordano più delle api operaie visto il muoversi concitato per smontare in fretta la tenda. 

Nel frattempo l'alba pian piano comincia ad arrivare, verso est il profilo ancora in ombra del monte Scriccio si contrasta sempre più con i primi chiarori del sole alle sue spalle.
Finalmente eccoci tutti e 4 al Passo, riprendiamo l'auto e scendiamo a Sega di Ala dove ha inizio l'escursione.

Parcheggiamo nelle vicinanze dell'Albergo Alpino al Vecchio Confine. Nei pressi c'è ancora un cippo datato 1754 che divideva la Casa d'Austria dalla Repubblica di Venezia. Come potete notare è stato poi successivamente reinciso poichè lo stesso confine divenne dopo il 1815 il limite territoriale tra il Regno Lombardo Veneto e la Provincia del Tirolo, così ora sui lati vi sono riportate tali indicazioni.

A fianco del parcheggio dell'Albergo Alpino inizia una strada asfaltata pianeggiante che conduce al villaggio San Michele alle Fratte, che raggiungiamo in pochissimi minuti.

La nebbia bassa pervade la valletta , 


c'è tanta umidità nell'aria e sopra la nostra testa i fili della corrente che corrono tra un tralicccio e l'altro friggono non poco. Manteniamo sempre la destra, a sinistra una mulattiera salirebbe direttamente al Pian dei Buoi passando per Malga delle Cime e ci permetterebbe di arrivare subito ad inizio dei Denti della Sega, ma noi proseguiamo oltre perchè vogliamo prima fare una visita ai famosi Busoni di Cima Borghetto. 

Aggiriamo così completamente il campeggio San Michele, la vecchia strada militare in leggera salita con direzione nord imbocca l'inizio della Val fredda e con andamento per lo più pianeggiante ci permette di arrivare in circa 20 minuti all'ingresso dei "Busoni".

ingresso dei "Busoni"
Si tratta di un'opera militare terminata nell'aprile del 1916 interamente scavata nella roccia di Cima Borghetto e che faceva parte della terza linea di difesa italiana durante la prima Guerra Mondiale.
Vi è una galleria iniziale (gli ingressi sono due ma quello di destra dopo 30 metri si ricongiunge all'altro), che in fondo si biforca in due ramificazioni che conducono alle postazioni d'artiglieria. Vi erano due batterie in caverna che potevano ospitare 8 pezzi d'artiglieria composti da cannoni da 120 o da 149B che erano puntati tra la Val Fredda e il castello di Sabbionara d'Avio.

Le postazioni visitabili sono solo quelle di destra, 
 
arrivo ad alcune postazioni
la visita del ramo di sinistra è vietato al pubblico per serio pericolo di caduta massi. Vi sconsiglio vivamente di addentrarvi, anche se il cancello che ne interdisce l'accesso è aperto e appoggiato al muro. Il primo tratto di questo tunnel infatti, che non è rinforzato con il cemento armato come la parte finale, è soggetto a crolli dovuti ad infiltrazioni d'acqua. 

tunnel finale del ramo sinistro
 
Numerosi sassi anche di grossi dimensioni sono crollati dal soffito della galleria e anche alcune stanze delle postazioni sono in parte occupate dai massi franati. 

i crolli in una postazione
 
Pertanto visto il potenziale e reale rischio vi invito a visitare solo le 4 postazioni di destra e di affacciarvi sui balconi per gustarvi la vista su Ala e la Val d'Adige.

Marco su un ballatoio

la vista da una postazione

Usciamo dai "Busoni" e ci dedichiamo ad una ricerca veloce della cache GC3AZ3H di Cima Borghetto. Come da prassi registriamo il ritrovamento firmando il logbook. Stupore di Marco e Stefano che solo ora scoprono la vera identità di Frank che non è altro che il mitico Effeartu. Esclamazione generale : "Ma va va va…!!! "

Per non ritornare sui nostri passi ci inoltriamo nel bosco in direzione sud per ricollegarci, dopo aver attraversato una trincea, con il sentiero che poco prima di arrivare ai Busoni saliva sulla sinistra. Vi ho corretto comunque la traccia evitandovi così di farvi vagare a casaccio nel bosco. 

il sentiero che sale dai "Busoni"


Molto bello questo sentierino che attraversa il bosco, gli alberi stanno pian piano mutando aspetto e indossando la veste autunnale. Si passa accanto ad un altra piccola galleria sempre della prima guerra mondiale e si continua a guadagnare quota fino ad un deciso strappo che ci porta in prossimità di un cancello di legno con relativo passaggio pedonale.
Superato quello siamo ora nel pascolo e un’ultima e decisa salita per il pendio ci fa guadagnare l’orlo dell’altopiano. 

Qui il panorama è ampissimo su tutta la sottostante valle dell’Adige, sul Monte Baldo, il Lago di Garda, il Carè Alto, il Gruppo del Brenta, il Gruppo del Carega e tutto l’altopiano Lessinico. 


Continuiamo verso sud seguendo l’orlo dell’altipiano, sotto di noi a sinistra la bellissima Malga delle Cime. 

Malga delle Cime coi Denti della Sega alle spalle

Arrivati ad un passaggio con sbarra si lascia la mulattiera che vira in discesa verso sinistra e che contorna la base dei Denti e si segue invece un sentiero che risale un prato in decisa salita. Ad un certo punto, dopo circa una cinquantina di metri si nota sulla destra una deviazione marcata con l'inizio di un sentiero che ha nel tratto iniziale anche una staccionata di legno.

inizio del sentiero panoramico per la cengia

E’ una deviazione che merita di essere percorsa perchè conduce in pochi minuti ad una cengia scavata nelle pareti occidentali dei Denti della Sega e che la percorre per un centinaio di metri. 

la cengia sotto ai Denti

tratto finale della Cengia
 
un abitante della Cengia

La cengia è sicura e può essere percorsa con tranquillità. Nel tratto iniziale per i primi 30 metri ora oltre al vecchio cordino di metallo, tipico dei sentieri attrezzati di montagna che corre sulla parete rocciosa, sono stati approntati anche dei cavi a fare da ringhiera e protezione. 

Frank ocio alla testa!!

Da qui, con tempo favorevole, è possibile godersi una vista eccezionale. Impossibile non rimanere incantati dalle numerose anse dell'Adige, o osservare il sottostante Avio col suo castello, Borghetto, e poi il Baldo e il Monte Altissimo di Nago. 

vista su Avio

Stefano su un invitante ballatoio

Fatta questa esplorazione, si ritorna sui propri passi fino all'inzio del sentierino e si sale a destra in ripida salita inoltrandoci nella fitta vegetazione. 

La traccia è debole, a volte inesistente perchè il sentiero non è molto battuto dagli escursionisti e la segnaletica sempre presente sui sassi o sui tronchi degli alberi non è a volte facilmente visibile.

Dopo qualche minuto si arriva alla cima del primo Dente (m 1420), per poi scendere ripidamente ad una sella a quota 1389 metri.

visuale da uno dei primi denti

Si segue sempre direttamente il filo della cresta raggiungendo la sommità del Dente Centrale (m 1462) e da questo si scende verso sud ad uno stretto intaglio caratterizzato da imponenti pareti che precipitano a strapio sulla Val d’Adige. 

Tenete sempre a mente che la traccia percorre sempre l’orlo del precipizio anche se in alcuni punti non ce se ne rende conto. 

visuale su Monte Cornetto
un masso in equilibrio


Si continua così, con uno sali e scendi dietro l'altro per passare gli altri Denti , raggiungendone rispettivamente le cime e gli intagli che li separano. “Dai ragazzi, abbiamo solo l'ultima salita” e invece un'altra e un'altra ancora… “ ma quanti sono questi denti?!?!?!"

ancora un paio di Denti!!

Scesi dall’ultimo Dente si arriva ad una sella boscosa e qui il sentiero sembra perdersi nel nulla. 

Marco intento nella discesa

Un capriolo si accorge di noi e fugge nel bosco sottostante. Qui se non riuscite a ritrovare i segni, affidatevi al waypoint che vi allego alla traccia per poter così ritrovare la giusta via per proseguire. 

Finalmente il bosco si fa più rado e lascia spazio alla vegetazione bassa fatti di ginepri, sulla nostra destra un muretto corre a fianco sentiero. 

l'uscita dai Denti


Quando noterete il classico ometto di pietra posizionato proprio sopra il muretto per aiutare l'identificazione della via, utile più per chi viene nel senso opposto al nostro, potete scavalcarlo e proseguire nella sottostante valletta contornata dalle tipiche città di roccia della Lessinia. 

valletta alle spalle di Malga Pealda

In leggera salita usciamo da questa piccola depressione valliva e sulla nostra sinistra sbucherà la bellissima Malga Pealda, in splendida posizione panoramica sull’Alta Lessinia e sul Monte Baldo alle sue spalle. 

Malga Pealda
 
Da Malga Pealda per ritornare a Sega di Ala decidiamo di effettuare la via più breve ed evitare la strada asfaltata della Via Bianca. Scendiamo così a vista dal pendio puntando verso il boschetto tenendo come direzione la linea retta che congiunge noi, Malga Fratte e Sega di Ala.

Malga Fratte e Sega di Ala

Dopo un centinaio di metri, passando in mezzo a due alberi, scorgerete un tratturo che va verso sinistra e si addentra nel bosco. Continuando in piacevole e leggera discesa arriviamo nei pressi della fonte Costabella, dove volendo potete infilarvi nell'impluvio arrivando così direttamente a Malga Fratte. 

Noi decidiamo di procedere ancora per il bosco, tra i giochi di luce dei raggi che filtrano e le bellissime mazze di tamburo. 


Quando il bosco si apre un po' manteniamo la destra, si farà una curva a destra per scendere e sbucare sui pascoli ad ovest sopra a Malga Fratte. 

gioco di luci a Malga Fratte

Luci e ombre giocano con i rilievi collinari, dietro alla stalla di Malga Fratte il cielo come di consueto verso pomeriggio in questa stagione dell’anno tende ad annuvolirsi. 

il cielo si sta annuvolendo

Siamo ora su strada bianca e in pochi minuti arriviamo al Villaggio San Michele e da li a poco nuovamente all'Albergo Alpino di Sega di Ala.

Visto che le cose o si fanno bene o si fa a meno di farle decidiamo poi di concludere la splendida giornata nelle vicinanze, in un'area adibita a pic nic con i relativi caminetti. 
Una bella grigliata di carne, vino e birra per annaffiare, non manca proprio nulla. 
Le specialità di giornata sono "fasoi imbogonè" e mazze di tamburo alla brace, per la felicità di Marco che a sera avverte gonfiori di pancia e pensa subito di essere stato avvelenato dalla tossicità comprovata delle mazze di tamburo quando non sono state propriamente cotte.
“Dopo una nottata in tenda, al freddo con minestrone a cena, e poi fagioli, carne, birra e vino, vuoi dar la colpa ai funghi? Una pastiglia di carbone vegetale e passa la paura!!! La montagna è anche questo!


Traccia in formato gpx kml

Il percorso

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