Dalle Fittanze al Corno d'Aquilio


Lunghezza: 5 km
Dislivello: m.175
Quota massima: m.1545
Tempo medio di percorrenza: 1h45' circa,  escluse soste

Piacevole camminata con partenza da Passo delle Fittanze fino a raggiungere la sommità del Corno d'Aquilio dove si può ammirare un bellissimo panorama sul sottostante altipiano di Fosse e Sant'Anna d'Alfaedo, e sul versante orientale del Monte Baldo e sulla Val d'Adige fino al Lago di Garda.


Un itinerario classico fra carrarecce, malghe e pascoli ma che ci fa conoscere anche il fenomeno carsico in Lessinia poichè l'area è una delle zone dei Lessini più interessanti e note da un punto di vista carsico. Poco distante dal Corno si apre infatti uno degli abissi più profondi del mondo, la Spluga della Preta, e nelle vicinanze vi è anche la Grotta del Ciabattino, accessibile e visitabile prestando quel minimo di attenzione.



Si parcheggia l'auto in prossimità del passo delle Fittanze , nei pressi del monumento dei caduti.
Dopo qualche metro verso sud  a destra inizia una carrareggia che punta verso ovest in direzione proprio dell'orribile colosso in cemento dei ripetitori del monte Cornetto.

Dopo qualche tornante sulla destra troverete un rudere che merita assolutamente di essere visitato.


Si tratta della Casaretta delle Fittanze, una piccola stalla costruita tutta in pietra dove spiccano le arcate ogivali portanti. Per gli amanti del geocaching qui è nascosta anche la cache GC3AZ6M.

Superata la casaretta avete due alternative per proseguire e raggiungere il Corno, entrambe portano comunque al Passo di Pealda. La prima è riprendere la strada bianca che sale e aggira il Monte Cornetto da sud e scende verso Malga Pealda Bassa, oppure l'altra , quella che abbiamo fatto io e l'amico SKA è di rimanere sul sentiero 250 che lascia a sinistra il Monte Cornetto e superato i ripetitori scende  al Passo di Pealda.  Da qui dopo un breve tratto di salita si arriva a malga Casera Preta di sopra.


In falso piano si prosegue verso sud-ovest fino ad arrivare all'ex caserma della finanza che un tempo controllava questa zona di confine fiorente  di traffici di contrabbando.

Dopo la visita all'impressionante orrido della Spluga scendiamo alla vicina Grotta del Ciabattino. La grotta è visitabile, al contrario della Spluga, prestando un po' di attenzione all'ingresso dove spesso i sassi sono scivolosi o è ancora presente del ghiaccio. La grotta infatti è una cavità di tipo freddo, già all'ingresso si avverte lo sbalzo termico, e non per niente è affascinante visitarla proprio nei mesi invernali o ad inizio primavera perchè al suo interno si formano numerose stalattiti e stalagmiti di ghiaccio.

Lasciata la grotta proseguiamo e iniziamo il tratto in salita che ci porterà in pochi minuti sulla sommità del Corno d'Aquilio. La fatica di quest'ultimo tratto viene sicuramente ripagata dalla visuale che si può godere da qui.


Prima di ripartire ricordatevi che anche qui è stata posizionata una cache, la GC2EAKC



Contrariamente a quanto abitualmente propongo stavolta inserisco solo un senso di marcia e non troverete nessuna traccia per il ritorno.  Sostanzialmente potete seguire la stessa via dell'andata, o studiarvi da voi qualche alternativa. Noi abbiamo percorso un sentiero ormai in disuso e poco battuto dove ci vuole quel minimo di senso d'orientamento e districarsi ogni tanto con qualche filo spinato di delimitazione,  ed è proprio questo il motivo per cui ho preferito non inserirlo.


Traccia in formato gpx kml

Il percorso


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