Ciaspolata al Dosso del Pezzo

Folignani, Arbi di Cornicello, Vajo Costeggioli, Malga Lago Boaro, Dosso del Pezzo, Vajo Modi, Fontana Valdelera, Bocca di Selva

Distanza con altiduni: 11,4 Km

Dislivello massimo: m. 379
Quota massima: m. 1585
Ascesa accumulata:  574 m
Tempo medio di percorrenza: 3h30' escluse soste

Per questo itinerario ho preso spunto dal libro di E.Cipriani "Con le ciaspole in Lessinia, Pasubio, Piccole dolomiti e Altopiani Trentini" riadattandone però la  partenza, che anzichè essere dal Ponte dell'Anguillara avviene da Bocca di Selva. Questa variante ha il vantaggio, specie per chi sceglie di andare di prima mattina,  di evitare di percorrere il freddo Vajo dell'Anguilla spesso in ombra. L'itinerario se fosse in condizioni ottimali si presterebbe benissimo per essere una bellissima ciaspolata, tuttavia la presenza nel Vajo dei Costeggioli di numerosi tronchi abbattuti che ostacolono il percorso lo rendono assai difficoltoso se non improponibile per andare con le ciaspole.


Consiglio quindi di non calzare le racchette da neve, al massimo legatevele allo zaino, il tragitto è fattibilissimo anche con i soli scarponi. Infatti nelle zone dove la neve abbonda come nel Vajo dei Modi e nel Vajo dell'Anguilla, la pista è spesso comunque già stata battuta da molti, e si va tranquillamente senza, prestate ovviamente la solita attenzione ai tratti ghiacciati tra Bocca di Selva e i Folignani. L'indossare le ciaspole diviene poi impossibile come detto in precedenza, quando dovrete risalire il piccolo Vajo dei Costeggioli che dal Vajo dell'Anguilla in zona Arbi di Cornicello si incunea nel fianco est del Dosso del Pezzo per risalire  verso le malghe Costeggioli.  Qui è un vero percorso ad ostacoli, i numerosi tronchi abbattuti che barrano la strada vi costringono ad un continuo sforzo per scavalcarli, aggirarli, arrampicandovi o strisciandovi sotto. In questo tratto però non dimenticatevi le ghette , assolutamente necessarie se non volete arrivare al Dosso dal Pezzo con la neve negli scarponi.

La prima parte dell'itinerario è il solito, si lascia l'auto a Bocca di Selva e si imbocca la strada che scende ai Folignani. E' quasi l'alba, 2 fotografi immortalano il sole che nasce e la luna ancora presente alle spalle del rifugio Bocca di Selva. Sono ben attrezzati, cavalletti piazzati e le loro reflex puntate.

Poco più avanti c'è pure il guardiaparco,  cavalletto in  spalle con la reflex e un super obiettivo montato si incammina con passo spedito. Vorrei raggiungerlo e magari scambiarci 2 chiacchere, ma  il mio compagno ha scarponi nuovi, deve ancora prenderci confidenza e gli si slacciano pure un paio di volte. Il guardiaparco è andato, ha abbandonato il sentiero e si è piazzato al suo posto poco prima di Malga Folignano di Sotto.
Buone foto o meglio "buona luce" e buona caccia fotografica!!!


Noi andiamo oltre, si supera anche Malga Folignani di Fondo


e arriviamo giù ad Arbi di Cornicello nel Vajo dell'Anguilla.  Tracce di ciaspolisti hanno percorso il vajo e proseguono oltre verso la nostra destra, in direzione nord dove il Vajo dell'Anguilla si trasforma in Vajo delle Ortiche e conduce a Podesteria, come indicano anche i cartelli presenti. Ma oggi ho voglia di andare controcorrente e uscire dai classici percorsi noti e così vado dritto, direzione nord-ovest addentrandomi  in quel piccolo vajo immacolato dove finora nessuno si è infilato.

Qui inizia il bello e il difficoltoso. Un'infinità di tronchi ostacolano la risalita. Ne scavalchiamo con facilità i primi, il vajo sale sempre più e i tronchi che ci sbarrano la strada aumentano.



Alcuni li aggiriamo deviando e stando più sotto monte, poi ci ritroviamo di nuovo nel fondo del vajo e siamo nuovamente costretti a vari aggiramenti , a scavalcare rocce o a infilarci sotto enormi tronchi per proseguire. Capiamo che in questo modo la salita è difficoltosa e decidiamo quindi di risalire già in direzione di Malga Lago Boaro. Dopo una ventina di metri di quota guadagnati incrociamo il sentiero che dal vajo risale appunto verso la malga.  Riguadagniamo fiato, la temperatura è perfetta, non fa freddo e siamo sudati dallo sforzo di quest'ultima mezzora. Ci rifocilliamo un attimo con del the caldo pensando che il più è fatto e ripartiamo,   ma ahimè dopo nemmeno cinquanta metri altri tronchi, grandi, enormi, fitti di rami sono proprio in mezzo al sentiero. E' impossibile scavalcarli, impossibile passarci sotto. Ne abbiamo avuto abbastanza e decidiamo così, che il dislivello che ci divide dall'essere fuori dal bosco e in cima al  Dosso del Pezzo,  di coprirlo risalendo direttamente il pendio.

Eccoci fuori, dopo tanto bosco finalmente una distesa di neve accecante e sprazzi di chiazze d'erba.
Scrutiamo l'orizzonte , non sia mai che Slavc e Giuletta ci facciano un regalo di fine anno facendosi vedere e arriviamo alla Malga Lago Boaro.


Essa deve il suo duplice nome di “Lago” e “Boaro” alla presenza, secondo gli studiosi, di pozze d’acqua piuttosto rilevanti per abbeverare il bestiame.



Infatti, in alcune zone della Lessinia, lo stagno è anche detto Lago mentre il termine “boaro” non ha poi bisogno di traduzione e indica precisamente la destinazione di questa per il bestiame bovino.

Malga Lago Boaro è attestata nella storia veronese già nel 1219 con il nome di «campus Lagoboarus, in isto loco Lagoboarii…». È la più grande “montagna” (intesa come pascolo estivo) della Lessinia e lo dichiara la sua superficie di ettari 165.000, pari a campi veronesi 180, di cui 142 ettari sono effettivamente prato pascolato, un solo ettaro è bosco. Lago Boaro può portare 210 capi di bestiame ed è attrezzato, come s’è già anticipato, di baito, casara, stalla per ricoverare il bestiame, ghiacciaia e pozzo.

Percorriamo tutto il dosso verso sud e arriviamo alla malga Dosso del Pezzo con la sua bellissima e grande  stalla.


Scendiamo per la strada stando attenti ai tratti ghiacciati e arriviamo nel Vajo dei Modi. Lo si percorre tutto in discesa, oltrepassiamo la Fontana degli Alpini, poi una piccola grotta scavata con all'interno delle stalagmiti di ghiaccio che formano un piccolo presepe naturale.



Arriviamo così al Vajo dell'Anguilla, e lo risaliamo per circa 400 metri fino ad arrivare ad uno slargo dove alla nostra destra sale la strada con l'indicazione del percorso di nordic walking, e il sentiero 256. Prendiamo quella, drezione est e inizia la salita che ci porterà nei pressi di Fontana Valdelera, e via sempre dritti seguendo l'impluvio sbuchiamo sulla strada che da Bocca di Selva scende verso Malga Masetto.

Da li in circa 20 minuti si arriva infine nuovamente a Bocca di Selva.

Traccia in formato gpx kml

Il percorso


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