A caccia di tracce
Si
lo devo ammettere, il titolo inganna, ma questa volta file track ,
gpx , waypoint e chi più ne ha più ne metta non c’entrano proprio nulla,
ma sempre di tracce si tratta, ovvero le tracce animali!
Camminare,
oltre ad essere una sana attività fisica, è soprattutto la possibilità
di vivere in mezzo alla natura, di cogliere le sue bellezze e goderle
con l’intento di ammirare tutto ciò che essa ci offre, quindi per una
volta il gps le lasciamo da parte perchè oggi seguiremo altre "piste".
La
montagna d’inverno nonostante le condizioni climatiche non siano
proprio più favorevoli, è ricca di vita e di tracce lasciate da chi non è
andato ancora in letargo o non ci andrà proprio.
La
neve è caduta e il manto bianco riveste ogni cosa, la foresta si
addormenta cercando di conservare energie per superare la pausa
invernale. Anche molti piccoli mammiferi sono in letargo mentre diversi
uccelli sono partiti da tempo verso luoghi più caldi.
Tuttavia, c’è anche chi rimane, si tratta di carnivori, ungulati, roditori e diversi uccelli.
Durante
la loro costante attività alla ricerca di cibo questi animali lasciano
tracce, così, dopo una bella nevicata, non c’è niente di meglio che
inforcare le ciaspole e avventurarsi sulla distesa bianca, alla ricerca
dei segni lasciati da questi animali e dedicarci allo snow tracking.
L’attività di “cercatore di tracce” però, specialmente all’inizio può essere piuttosto deprimente.
Spesso infatti le impronte sono confuse, la pista si interrompe o sembra perdersi, e attorno non si scorge segnali di vita.
Bisogna
avere pazienza e camminare con calma e silenziosamente, gettando sempre
uno sguardo ben oltre il sentiero che si percorre. Non ci vorrà molto
per trovare i segni del vagabondare di qualche mammifero.
Anche se a prima vista possono sembrare molto simili tra loro, questi segni hanno una firma precisa.
Ci
sono animali che appoggiano tutta la pianta del piede (Orso e Tasso)
altri solo le dita e hanno dei cuscinetti plantari (Volpe, Lince, Lupo).
Altri, infine, specializzati ad appoggiare solo il terzo e quarto dito
(Camoscio, Stambecco, Cinghiale).
Gli ungulati, per esempio, lasciano la caratteristica traccia del piede “fesso”, con i due zoccoli ben separati.
Molto
semplice distinguere il cinghiale, grazie alle evidenti dita mediane a
lato dell’impronta, che invece mancano nel cervo e nel capriolo.
Tra
questi il primo lascia un’impronta più compatta, con zoccoli molto
ravvicinati, mentre il secondo ha dita separate e sottili, come per il
camoscio.
Semplice
invece, riconoscere il passaggio della lepre che nel suo procedere a
balzi lascia sul terreno l’inconfondibile sagoma a Y, dove i vertici
superiori della lettera sono il segno lasciato dalle zampe posteriori,
parallele e ben distanziate tra loro, mentre la stanghetta inferiore è
la traccia lasciata dagli arti anteriori, posizionati uno dietro
l’altro.
Non crediate però che, una volta riconosciuta la specie, sia facile seguire le piste.
Alcuni mammiferi attuano veri e propri depistaggi per confondere l’inseguitore.
Le
lepri, a volte, tornano sui propri passi o fanno busche variazioni di
direzione, saltando su superfici prive di neve, tronchi o cespugli,
senza lasciare impronte in giro. Lo scoiattolo è ancora più elusivo:
molto spesso, quando un individuo esperto esce dalla sua tana
nell’albero, percorre diversi metri sui rami o salta sugli alberi vicini
prima di scendere in modo da non svelare la posizione del proprio
rifugio.
Ma non pensate che le impronte sulla neve siano gli unici segni del passaggio di questi animali.
I
segni sono dappertutto ma ci vuole un occhio esperto per scoprili.
Ecco che quindi su qualche corteccia è possibile scorgere delle
striature prodotte dai caprioli, che si strofinano sugli alberi e
marcano così il territorio. Per non parlare poi di quei ciuffetti di
pelo che si trovano ogni tanto impegnati nel filo dei reticolati
lasciati dal passaggio di qualche volpe.
Poi
ovviamente ci sono gli escrementi, che sono una vera e propria miniera
di informazioni., che oltre a svelarci di che animale si tratta, ci dice
anche se il transito è recente e cosa ha mangiato.
Ecco allora un breve riepilogo delle orme che potremmo incontrare.
SCOIATTOLO
Sciurus vulgaris
Dʼinverno riduce molto lʼattività, ma quasi tutti i giorni scende dallʼalbero nel quale si rifugia per fare provviste.
ORME Zampe e unghie molto lunghe. A terra lo scoiattolo si muove a balzi e le impronte formano dei caratteristici trapezi di
circa 12 cm di base.
Muovendosi a salti le zampe anteriori si posano una vicino all'altra
con le dita ben divaricate; quelle posteriori, anch'esse a dita
allargate, toccano terra appena davanti alle anteriori, a volte
leggermente all'esterno. Misurano: le anteriori 3cm x 2cm, le posteriori
4cm x 2.5cm.
LEPRE
Lepus europaeus
Comune in tutta Italia, passa lʼinverno in nascondigli sotto terra da cui esce spesso per alimentarsi.
ORME Le
zampe sono pelose e lasciano unʼimpronta molto confusa. Ben più
caratteristica è la pista, prodotta a balzi e con la tipica forma a Y,
con le zampe anteriori che si appoggiano una dietro l'altra e le
posteriori che si appoggiano sempre davanti alle anteriori, in posizione
parallela.
VOLPE
Vulpes vulpes
È
tra i carnivori più comuni e diffusi in Italia. Dotata di una
straordinaria capacità di adattamento anche in aree antropizzate, si
rinviene in quasi tutti gli habitat, dalla pianura fino allʼalta
montagna. Sempre attiva, si muove più che altro di notte.
ORME Impronta
molto simmetrica, simile a quella del cane e del lupo. Tuttavia, le
dita laterali della volpe sono più separate, e per i segni più lunghi
lasciati dalle unghie.rispetto a quelle degli altri canidi. Misura
mediamente 6,5 cm di lunghezza e 4,5 di larghezza. Spesso pone la zampa
posteriore nell'impronta lasciata dalla zampa anteriore producendo
quindi una traccia che sembra la successione di una singola orma.
GATTO SELVATICO
Felis sylvestris
Sempre
attivo anche nei mesi più freddi e con una predilezione per le ore
notturne, è certamente presente nelle alpi e prealpi orientali,
nellʼAppennino Centro-Meridionale, in Sicilia e, con la sottospecie libyca, anche in Sardegna.
ORME Impronta
molto regolare, senza tracce di unghie. Quelle del gatto domestico
sono in genere più piccole di 1/4, ma è molto difficile trarre
conclusioni. Lunghezza 3-4 cm.
CINGHIALE
Sus scrofa
Presente
in gran parte degli ambienti collinari e di bassa montagna. Attivo
tutto lʼanno, lascia tracce sul terreno. Oltre alle impronte non mancano
mai i segni del “grufolamento”, con ampie porzioni di terreno
dissodato per la ricerca di tuberi, radici e funghi.
ORME Inconfondibile
tra gli ungulati: gli speroni laterali sono marcati, soprattutto negli
animali più grandi e anziani. Lunghezza 6-9 cm.
TASSO
Meless meles
E' il solo rappresentante della famiglia dei mustelidi ad avere un'aria tozza: corpo massiccio, zampe robuste e coda corta.
La
testa è bianca, con due righe nere evidenti, che partono leggermente
sopra il muso inglobando occhi ed orecchie e che rendono questo animale
inconfondibile. In Italia è diffuso in tutta la penisola ma non in
Sicilia e in Sardegna.
ORME L'orma
e` schiacciata di 5-7 cm x 4 cm circa. Mostra artigli molto visibili e
cuscinetti delle dita allineati e paralleli tra loro . Le orme anteriori
lasciano impressi i segni delle unghie per circa 2-3 cm, quelle
posteriori solo per 1 cm.
MARTORA
Martes martes
localizzata. La faina, sua parente stretta, predilige invece ambienti collinari le campagne, anche vicino allʼuomo.
ORME Le zampe della martora sono ricoperte da una fitta pelliccia, il che rende difficoltoso il riconoscimento dei polpastrelli. Le impronte possono ricordare quelle della volpe ma nei mustelidi sono più asimmetriche e arrotondate, con traccia del dito interno, il pollice, appena accennata. In più, la pista di questi animali è sempre irregolare, con continui cambi di passo e impronte spesso sovrapposte. Lunghezza 3-4 cm.
CAPRIOLO
Capreolus capreolus
Si incontra in tutto lʼArco Alpino, soprattutto nel settore centro-orientale.
E' molto diffuso anche lungo la dorsale appenninica, dalla Liguria fino alla Calabria.
ORME Simili alle impronte del cervo. Tuttavia, gli zoccoli sono molto più appuntiti. Lunghezza 4-5 cm.
ORME Simili alle impronte del cervo. Tuttavia, gli zoccoli sono molto più appuntiti. Lunghezza 4-5 cm.
CAMOSCIO
Rupicapra rupicapra
Presente
in tutto lʼArco Alpino, ha una predilezione per gli ambienti di alta
quota, ma dʼinverno si può incontrare molto più in basso, anche nelle
zone collinari del fondovalle.
ORME Ha
zoccoli allungati e rettilinei che lasciano un'impronta rettangolare di
circa 6 cm x 3,5-5 cm ed elastici al punto da sembrare separati. Al
passo l'orma lasciata dalle zampe posteriori si sovrappone quasi
completamente a quella delle zampe anteriori.
CERVO
Cervus elaphus
Predilige le foreste di faggio, ma si può incontrare anche a quote più basse, soprattutto in inverno
ORME Classica
impronta di ungulato con zoccoli grandi e robusti. Le dita laterali
sono visibili solo quando lʼanimale salta. Lunghezza 6-12 cm.
GALLO CEDRONE
Tetrao urogallus
È
il più grande dei tetraoni: misura in lunghezza da sessantacinque a
settanta centimetri, in apertura alare un metro e trenta, ha ali di
quaranta centimetri, coda di trentacinque, e pesa dai quattro ai cinque
chilogrammi. In Italia la specie è estinta sulle Alpi centrali ed
occidentali mentre è ancora presente nelle zone montuose di Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli.
Il
cedrone oltre che molto raro è un animale che ama il folto del bosco e
la tranquillità più assoluta ed è quindi molto difficile sorprenderlo
allo scoperto, salvo in rari e fortunati casi.
ORME : l'orma del maschio è lunga di norma 8-12 cm
e larga 7-11. Le impronte delle dita esterne sono molte aperte e
formano un angolo di quasi 180°. Anche il dito posteriore si imprime con
chiarezza ed è lugo 2,5-3 cm mentre il dito mediano oscilla tra i 6 e i
7 cm di lunghezza. L'orma della femmina è simile d'aspetto ma circa
1/3 più piccola.
FAGIANO
Phasianus
Il Fagiano è un nome generico dato ad un gruppo di uccelli appartenenti alla famiglia dei Phasianidae
Sul
terreno si muovono adagio e con circospezione, con il collo rattratto e
la bella coda sollevata in modo da evitarle ogni danno a contatto col
terreno, e, se devono affrettare l'andatura, piegano il capo più in
basso, alzano maggiormente la coda e si aiutano, se è necessario, con
le ali; posati sugli alberi, si mantengono dritti e lasciano penzolare
quasi verticalmente la lunga appendice.
ORME Il
fagiano ha il piede allungato: il dito centrale misura 5-6
centimetri, mentre quelle esterne 3,5-4 e quello posteriore 1-2. L'orma è quindi lunga 6-8 centimetri e larga 7-8.
Tratto da Natura n° 6 / 2009
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