Arte dei Formaggeri

E’ bello sapere quando chi vedendo un  itinerario sul blog,  decide di ripeterlo, ovviamente  riadattandolo alle sue esigenze e poi lo integra  a sua volta con altre informazioni interessanti. Sicuramente questo da modo a tutti di conoscere ancora più a fondo la storia della nostra terra e dare anche varianti alternative degli  itinerari proposti.
Ringrazio l’amico Frank per aver condiviso la storia dell’antica arte dei formaggeri e di San Mammaso.

Questo è il suo itinerario e racconto nato appunto prendendo spunto da un vecchio post .


Racconto di Effeartu

Questo bel giro si snoda lungo un seducente, aperto e soleggiato percorso nella Lessinia non affollata (e quindi per questo più amata dai veri appassionati).
L’ho “rubato” dal mio amico LessiniaGPS. Il post originale si trova all’indirizzo Lessiniagps by night.

Il giro non è difficile (lunghezza ca. 9 km con dislivello 'sensibile' solo iniziale) incomincia poco sopra Erbezzo ed ha come suo “apice” Malga Vallina di Sotto, antica malga acquistata nel 1582 dalla famosa “Arte dei Formaggieri” di Verona per mille ducati.



Sopra l’architrave della Malga (vedi foto) è inserito un bel bassorilievo raffigurante il santo dei formaggeri, San Mammaso, che tiene in mano il Vangelo e poggia il piede sopra una forma di formaggio ed è accompagnato da due fiere.
 L’iconografia può sembrare buffa, una volta spiegato cos’è il piedestallo su cui poggia il piede del Santo.



Sulla via del ritorno, poi, ci sarà lo stupore di percorrere una vecchia strada acciottolata e chiusa ai lati da tipiche lastre di pietra della lessinia usata negli anni passati per la transumanza del bestiame: pare ancora di vedere e “sentire” le mandrie.
Sorprese della Lessinia !!!!!



Un po’ di storia del Santo protettore

Ai tempi dell’imperatore Aureliano, (270-273), ostinato persecutore dei cristiani, il giovane Mammaso, cristiano professato,  fu costretto a lasciare la sua città e andar a vivere in mezzo ai boschi. 
Una voce gli ordinò di prendere i quattro vangeli dalla sua chiesa che era stata abbattuta e di fuggire. 
Si ritirò in una spelonca sui monti e visse di bacche selvatiche, di mele e del latte di certe fiere che lo accompagnavano. Si dice che fu lui ad inventare il formaggio e quando i soldati arrivarono per arrestarlo egli li accolse con cordialità e lo offrì loro. Morì martire assieme ai soldati che aveva convertito alla sua fede.  
Alla chiesa di San Tomio a Verona (in fondo a Via Mazzini, vicino a Piazza Erbe), una tela d’altare raffigura il santo seduto davanti alla sua capanna tra alcune fiere, abbondantemente attorniato da forme di formaggio.

Fare il formaggio si può dire che sia stata un’attività nata con l’arrivo dei gruppi cimbri in Lessinia, al punto che già nel Duecento fu fondata l’Arte dei Formaggeri di Verona. L’Arte obbligava i suoi iscritti a prestare aiuto a chi ne aveva bisogno e a rispettare perentoriamente le feste religiose.

A Verona gli iscritti si riunivano per le sacre funzioni nella chiesa di San Mammaso (oggi non più esistente) nei pressi di Sant’Eufemia e poi, più tardi, a San Tomio, dove a loro spese avevano eretto l’altare di cui sopra al loro protettore.


Il percorso



Come detto, il percorso inizia poco sopra Erbezzo. Usciti dal paese, si prende la strada che conduce a S. Anna d’Alfaedo. 3-400 dopo vi è un bivio con indicazioni a destra a destra per Malga Lessinia e Malga Maso, nonché per il centro naturalistico di Malga Derocon dove si possono vedere da vicino camosci, cervi e caprioli che popolano la zona in una situazione naturale di semilibertà.

Parcheggiata l’automobile al bivio per Malga Maso (dove si pranza a prezzo fisso  -gnocchi di malga, polenta e salame, grigliata mista, contorni, acqua, vino e caffè- per circa  euro 15,00), si inizia la passeggiata lungo il sentiero per la malga e, dopo breve discesa, si incontra il faggio secolare detto Faggio della Madonnina (vedi leggenda sul posto).

Poco più avanti, al bivio per Malga Derocon (oggetto di una prossima escursione) si imbocca il sentiero per Malga Arnezzo (centro scout) che però si abbandona subito per seguire il tracciato che sale e subito conduce in un bel bosco di abeti di sapore inequivocabilmente trentino. Da lì, splendido panorama verso Verona.


Usciti dal bosco, inizia una salita ripida ma breve (un quarto d’ora, 20 minuti) che ci porta a Malga Tommasona.

Da qui la salita si fa più dolce e comoda lungo carrabile non asfaltata fino a Malga Vallina, altro punto dal quale godere di un inaspettato colpo d’occhio a 360 gradi e fare una sosta.




Più oltre, con un breve tratto di strada che era ghiacciata quando a metà gennaio ho fatto l’escursione si giunge alla strada asfaltata ed a Bocchetta Vallina.

Si imbocca quindi la via del ritorno verso sud, per una stradina che corre parallela alla strada asfaltata e lungo le pendici ovest del Monte Scriccio.

Dopo il ricongiungimento in una curva con la strada provinciale, si continua a percorrere il sentiero in leggera salita, terminata la quale inizia evidente la strada lastricata e delimitata usata per la transumanza.



Breve discesa, attraversamento della strada asfaltata e ripresa del sentiero 257 con passaggio a fianco della Malga Campedel.

Prima della malga si trova una grande pozza d’acqua e poco più avanti una piccola giassàra.

Dopo alcune centinaia di metri si lascia il sentiero e ci si riporta sulla strada asfaltata lungo la quale, dopo circa un chilometro, si torna al punto di partenza.

Se c’è ancora un po’ di tempo … è bello concludere la gita cercando la Cache “Picea Abies” (che indica l’Abete Rosso …e  questa è una dritta :-) ) la cui descrizione si può trovare all’indirizzo http://www.geocaching.com/seek/cache_details.aspx?wp=GC22QJE .

Buon divertimento :-)

Traccia in formato gpx kml


Il percorso

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