Il Patriarca del Baldo

Al Patriarca del Baldo da Malga Gambon e Passo del Cerbiolo.

Distanza con altitudini: circa 10,5 Km
Dislivello positivo: m.703
Quota massima: m. 1414
Tempo medio di percorrenza: 2 h 30 m circa escluse soste

Stavolta andiamo fuori dagli standard, non è Lessinia ma Nicola ha insistito per vedere un articolo pubblicato della giornata trascorsa assieme, e d'altronde dopo un vero book fotografico che ha realizzato come dargli torto?

Abbandoniamo la Lessinia per un attimo (ultimamente capita molto frequentemente a dire il vero) e ci spostiamo nell'altro versante, o come racconta il regista Anderloni, andiamo dal gagliardo giovane dagli occhi azzurri del Garda, il principe Montebaldo.

Nicola venerdì lancia il sasso di andare a vedere il Patriarca del Baldo, avete presente la nostra Regina? ecco pure lei ha il suo amore, il Patriarca, un abete bianco secolare di dimensioni eccezionali.


Il meteo promette bene, nella notte ha pure imbiancato e così partiamo, qualche minuto dopo le 8 siamo già "parcheggiati" appena dopo Malga Gambon. Causa neve ci fermiamo poco dopo la malga appena ci è possibile lasciare l'auto in sicurezza a bordo strada, in caso prima potete optare per il parcheggio dell'osservatorio astronomico.

L'aria è bella fredda , il termometro della macchina segna 1 grado , purtroppo sul resto delle temperature durante il tragitto non posso dirvi nulla perchè il sensor temp della Garmin si è rotto giorni fa e mi ha definitivamente abbandonato. 



Indossiamo gli scarponi in fretta, ci bardiamo di tutto punto e partiamo in direzione nord, tappa intermedia il Passo del Cerbiolo.

La strada è imbiancata, sotto ai piedi 10 cm di neve fresca ma si cammina agevolmente.



Dopo un paio di tornantini, dopo circa 25 minuti di cammino siamo all'altezza di Malga Prazagano, la strada spiana e scende per un po' prima della bella rampa di salita che da lì a poco dobbiamo affrontare. 
Di fronte a noi si può già vedere il Passo del Cerbiolo, poco sotto la sua omonima malga.

Iniziamo la salita, sarà la neve oppure il ginocchio non proprio del tutto a posto sia mio sia di Nicola ma abbiamo il fiato corto. Ci domandiamo scherzosamente quindi se anche il cavallo "di Lei sa chi" sarebbe salito in queste condizioni tranquillo o meno. 
Poco prima di arrivare al passo, vuoi anche per prendere un po' di fiato, diamo una sbirciatina alla malga Cerbiolo, posta davvero in una bella posizione panoramica.

Ripartiamo, mancano poco meno di 400 metri per arrivare al passo, circa una 70 di metri ancora di dislivello. 
Ci manca il muro finale, si un muro vero e proprio perchè il vento che soffia dalla parte opposta ha accumulato molta neve giusto poco prima di scollinare. 1 metro e abbondante che aggiriamo passando ai lati.



Eccoci, arriviamo al passo a quota 1370m in 1h, 3,5 km fatti e se prima le poche folate d'aria che arrivavano erano fastidiose qui sono invece insopportabili. 


Sferzanti, pungenti o come direbbe un mio caro amico "cattive come il kren" !!


Non perdiamo tanto tempo, giusto un'occhiata alla segnaletica e in fretta e furia ci buttiamo in discesa in direzione di  Malga Fassole con la speranza che almeno lì il vento si plachi.



Dopo pochi metri l'aria cala, il cielo è limpido con un bel sole splendente. La natura offre il meglio di sè, un vero e proprio spettacolo. 
Fronte a noi un paesaggio invernale da cartolina, siamo circondati da faggi secolari, le punte degli abeti imbiancati dalla neve fresca spiccano nell'azzurro turchese del cielo, una favola insomma!


Superiamo dei paletti in legno e ci addentriamo nel bosco fino a quando non troviamo dopo 5 minuti il cartello che ci indica la deviazione per il Patriarca. Svoltiamo a sinistra e dopo un paio di minuti eccoci arrivati alla meta.

Il Patriarca , un monumentale abete bianco di circa 150 anni è impressionante, maestoso, sembra un enorme candelabro e stando quanto indicato nel libro "Alberi monumentali d'Italia" ha una circonferenza del tronco di 610 cm e raggiunge un'altezza di 31 metri. 
Ma la caratteristica che rende la pianta assolutamente particolare, tuttavia, è il portamento del fusto che anziché essere dritto e unico come di norma si presenta nell’abete bianco, si divide a circa 2 metri di altezza in otto grosse branche a formare una sorta di enorme candelabro appunto.


Dimenticavo, se volete potete reperire il libro on line direttamente dal sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali al seguente indirizzo: 

Nicola con una grande passione per la fotografia non perde tempo, piazza subito il cavalletto e si mette all'opera per cercare le inquadrature migliori. Io nel frattempo cerco di starmene fuori dalle riprese e mi godo questo posto magico, il silenzio e il profumo del bosco. 

Non possono poi mancare le foto di rito che evidenziano la stazza del Patriarca del Baldo e quanto siamo piccoli di fronte a lui.   



Ai piedi del suo tronco in una cavità troverete pure nascosta, per modo di dire perchè è stata volutamente piazzata in bella vista, la cache GC88K8Q.

Una firma del nostro passaggio nel logbook e a stento trattengo le risate, merito sempre "di Lei sa chi" e di quel che ha scritto ! numero 1!   

E' ora di riprendere il cammino di ritorno che sarà sempre sulla stessa via dell'andata almeno fino al Passo del Cerbiolo.
Prima però optiamo per un spuntino di metà mattina o pranzo anticipato vista l'ora, e il posto perfetto per la pausa è la bella assolata Malga Fassole a quota 1312 da dove eravamo passati poco prima.




Panino e birroccia e godersi il panorama oltre a riempire la pancia scaldano il cuore :-D




Purtroppo ho i tempi piuttosto contati così non ci dilunghiamo più di tanto e riprendiamo la salita verso il Passo del Cerbiolo.
Il paesaggio è fantastico, con il sole i fiocchi di neve sembrano piccoli diamanti, anche la temperatura si è alzata rispetto all'andata e si sta veramente bene tanto che nemmeno ci accorgiamo di aver fatto la salita e arriviamo nuovamente al Passo del Cerbiolo.  



Qui decidiamo giusto per non rendere l'itinerario identico dell'andata di tornare stando a mezza costa del monte Paloni, dal passo infatti parte in direzione nord un sentiero che anzichè percorrere la strada forestale fatta all'andata taglia a mezzo monte e arriva a Malga Prazagano. 
La neve presente al passo copre tutto e il sentiero non è visibile, ma basta fare qualche decina di metri per trovare poi la via. 
Bellissimo questo tratto di sentiero innevato che passa nel bosco, è un'alternanza di luci ed ombre. 


Ed è impossibile non resistere ad ogni passaggio sotto un albero di scrollarlo per darsi una bella imbiancata.


Il sentiero bene o male corre in piano e in un attimo arriviamo a Malga Prazagano. 

Ormai manca poco alla macchina e restiamo di stucco di come nel frattempo il paesaggio è mutato. Il bianco della neve sulla strada sta lasciando sempre più il posto al marrone della terra, e se all'andata eravamo le poche anime vive presenti ora tutto ha preso più vita e di escursionisti ne incrociamo diversi.

Arriviamo all'auto con circa 10 km fatti , 2h30 circa di camminata pause escluse,  e con la certezza che torneremo sicuramente a breve a bazzicare queste zone!!


Traccia in formato gpx kml

Il percorso



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